IL FORAGING DA NECESSITA' A MODA

La nuova moda nelle cucine dei grandi chef stellati europei è l'utilizzo di materie prime provenienti dal “foraging”. Non è niente di diverso da ciò che facevano le nostre nonne che andavano per campi a raccogliere erbe e frutti spontanei. Questa abitudine sta tornando in auge in una veste più modaiola, quella del “foraging” appunto, tanto che si organizzano lezioni, escursioni e corsi di cucina interamente dedicati. La ricerca di gusti autentici e inaspettati, insieme alla creazione di un legame più forte con la natura, spinge migliaia di appassionati verso questo “ritorno alle origini”.
Un tempo a causa della grande povertà, si tendeva a raccogliere frutti ed erbe spontanee, riservando quelli coltivati alla vendita. Allo stesso modo la crisi economica sta spingendo i consumatori a limitare gli sprechi e tentare di procacciarsi il cibo da soli, come nel caso dei tanti orti urbani, piante coltivate in balcone o addirittura api allevate in terrazzo; il foraging fa parte di queste pratiche.
È importante, però, avventurarsi solo dopo aver svolto le opportune ricerche per evitare di raccogliere varietà tossiche o addirittura velenose e scegliere accuratamente le zone di raccolta, che siano lontane da fonti di smog o inquinamento.
Abbiamo già parlato di alcune erbe spontanee (vedi articolo ERBE SPONTANEE COMMESTIBILI), ma fanno parte del foraging anche la pesca o la raccolta delle chiocciole oltre all'utilizzo di corteccia, resine, radici, semi, alghe e licheni.

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