mosca olearia

La Bactrocera oleae è considerata l'avversità più grave a carico dell'olivo. È in grado di danneggiare considerevolmente il raccolto, sia a livello quantitativo che qualitativo, rendendo vano un intero anno di cure nell'oliveto. In particolare il danno viene operato dalle larve, minatrici delle drupe, le cui uova vengono deposte appena sotto la pelle del frutto.


L'incidenza dei suoi attacchi tende ad accentuarsi nelle regioni più umide e più fresche, mentre diventa meno marcata nelle zone a estati calde e siccitose e su cultivar da olio.


La lotta biologica con i feromoni è uno dei metodi più efficaci e consiste nell'emissione di ormoni sessuali femminili che disorientano il maschio al fine di non farlo accoppiare. Questa trappola biologica si utilizza a partire dal periodo dell'accoppiamento, quando l'oliva misura 8 millimetri di diametro fino alla raccolta. Il trattamento comincia quindi indicativamente da aprile, quando le temperature salgono al di sopra dei 14 gradi.


Per i piccoli appezzamenti o per attacchi minimi e localizzati queste trappole possono essere risolutive. In caso di campi di più ampie dimensioni o di attacchi massicci, magari favoriti dal clima o da una cultivar particolarmente vulnerabile, sono utili per il monitoraggio.

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