Gli indigeni del Perù lo coltivavano solo come pianta ornamentale e gli Spagnoli che conobbero questa pianta, nel ‘500 la importarono in Europa per il medesimo utilizzo. I pomodori erano ritenuti velenosi e gli alchimisti del ‘500 e ‘600 lo utilizzavano per pozioni e filtri magici,ritenendolo afrodisiaco. Non stupisce quindi che inizialmente fosse noto come pomo d’amore. Attraverso vari innesti si giunse a modificarne il colore: da giallo (quindi pomo d’oro) a rosso. Si diffuse in tutto il Mediterraneo, in particolare in Campania, dove trovò terreno fertile e dove i contadini, che pativano la fame cominciarono a consumarne i frutti. Solo a partire dal ‘700 si hanno le prime tracce della preparazione della salsa in seguito agli studi di Lazzaro Spallanzani sulla sua conservazione. Oggi la passata di pomodoro rappresenta un must nella cucina mediterranea e, soprattutto nel meridione d’Italia, molte famiglie la realizzano ancora in maniera casalinga. Generalmente la tipologia preferita è quella Sammarzano, che racchiude tantissime varietà ottenute con ibridi e innesti. Ogni famiglia ha la sua ricetta tramandata da generazioni: ovviamente la ricetta migliore.

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